Gig Economy. Nel Lazio approvata la legge regionale

Mar 28, 2019

Tutele per i lavoratori. Un ottimo risultato frutto della concertazione con le parti sociali
di Pieluigi Talamo, Segretario regionale Uil Lazio

Gig Economy«Norme per la tutela e la sicurezza dei lavoratori digitali» è legge. Siamo la prima regione in Italia a dotarsi di uno strumento normativo in grado di tutelare i lavoratori e le lavoratrici digitali. Non solo quelli impegnati nel food delivery, ma anche quella platea – molto più grande di quanto a prima vista possa apparire – di uomini e donne, giovani e meno giovani, la cui attività è quotidianamente subordinata e regolata dall’utilizzo dalle App.

Consideriamo questo un ottimo risultato perché la legge finalmente disciplina un settore dove al momento, eccetto rari casi, il rapporto di lavoro era completamente privo di tutele e garanzie. Il testo era stato proposto l’estate scorsa dall’assessore al Lavoro Claudio Di Berardino. Noi, come parti sociali, ne avevano condiviso sin da subito lo spirito e al termine di una serie di riunioni avevamo contribuito a migliorare e arricchire il testo con una serie di proposte. In questi giorni l’aula del Consiglio regionale di via della Pisana ha finalmente approvato il testo definitivo. Siamo consapevoli che questa legge regionale costituisca uno strumento utile ma non esaustivo. E’ evidente, infatti, che stiamo parlando di un settore che, per la sua sempre crescente platea di riferimento, avrebbe bisogno di un intervento legislativo di livello nazionale. Ci auguriamo quindi che la legge del Lazio possa contribuire a sensibilizzare il governo affinché intervenga e trovi una soluzione per tutti gli addetti della Gig Economy. Lavoratori che fino a oggi operavano in una giungla in grado sì di offrire lavoro, ma senza nessuna tutela. E il rischio che l’assenza di tutele potesse degradare e umiliare migliaia di persone era più concreto e bene ha fatto la Regione Lazio a intervenire. Pensiamo alle novità introdotte dalla legge. Nei quindici articoli che compongono il testo, si riconosce l’infortunio sul lavoro e la relativa assicurazione a carico delle piattaforme. Vengono introdotte norme sulla maternità e sulla previdenza sociale. Si mette al bando il lavoro a cottimo e si introduce un’indennità di prenotazione nel caso in cui il mancato svolgimento dell’attività di servizio non dipenda dalla volontà del lavoratore. A disposizione – per il prossimo biennio –ci sono risorse economiche pari a 2 milioni e 100mila euro per le politiche di assistenza e per la realizzazione di un portale dedicato ai lavoratori digitali.

Fondamentali per noi sono sia il capitolo del salario che quello della premialità. La decisione di demandare espressamente il tutto alla contrattazione collettiva ci soddisfa. Questa decisione è qualificante e fondamentale per spezzare una concezione medievale ormai radicata tra i datori di lavoro e che permetteva loro di dettare in totale autonomia le condizioni economiche. La Regione Lazio ha mostrato sensibilità e coraggio nel regolamentare il settore della Gig economy. Da qualche giorno badanti, idraulici, baby sitter, giovani in cerca di una prima occupazione, conquistano dei diritti che prima non esistevano. Anche la libertà di associarsi liberamente alle organizzazioni sindacali era negata. La pagina dei diritti è tracciata. Sicuramente la legge strada facendo richiederà correttivi, ma una cosa adesso è certa: il terzo millennio non può permettersi di creare nuovi schiavi. Non esistono lavoratori e lavoratrici di serie maggiori e serie inferiori.

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