Non è un gioco, purtroppo. In Italia sono circa 427mila i bambini e ragazzi che hanno assistito a episodi di violenza tra le mura domestiche. La violenza contro le donne è un fenomeno diffuso estrremamente diffuso: una su tre, tra i 16 e i 70 anni, nel corso della propria vita ha subito violenza fisica o sessuale. Numeri che vanno di pari passo con quelli delle condanne definitive per maltrattamenti in famiglia, che sono più che raddoppiati negli ultimi 15 anni, passando da 1.320 condanne definitive nel 2000 a 2.923 nel 2016. Nessuna ricerca è in grado di stabilire per quanti minorenni ogni giorno la propria casa si trasformi da ambiente di protezione a luogo di insidie e pericoli, fino alla violenza vera e propria, in cui a rischio è la loro crescita e in alcuni casi la stessa sopravvivenza.
Con l’obiettivo di accogliere e offrire un supporto concreto ai piccoli vittime di violenza, evitare la separazione del nucleo familiare, sostenere e consolidare le capacità genitoriali della madre affinché la relazione tra mamma e bambino venga preservata, Sos Villaggi dei Bambini lancia la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi «Non è un gioco» a cui si può contribuire dall’11 febbraio al 3 marzo 2019 con sms del valore di due euro o chiamata dal valore di cinque euro da rete fissa al numero solidale 45590. Secondo l’osservatorio di Sos Villaggi dei Bambini, negli ultimi anni sono aumentate le richieste di aiuto di donne vittime di maltrattamento che chiedono protezione per loro stesse e per i propri figli. Per questo l’Organizzazione ha avviato il progetto «MammaBambino», nato per tutelare il benessere psicofisico della mamma e dei bambini soprattutto nei casi di maltrattamento, trascuratezza e deprivazione socioculturale. Grazie a questo progetto esiste già una rete di alloggi in grado di accogliere circa 33 giovani donne con i loro figli, per un totale di circa 90 beneficiari l’anno. «Sos Villaggi dei Bambini risponde ogni giorno alle difficoltà delle mamme sole con i loro bambini vittime di violenza, secondo quanto indicato dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia – dice Roberta Capella, Direttore generale della omonima organizzazione – Sostenere la campagna «Non è un gioco», significa contribuire a offrire un luogo dove poter ritrovare il calore e la protezione di una casa e per far vivere ai bambini l’infanzia che meritano».
L’esposizione dei bambini alla violenza influisce negativamente sullo sviluppo fisico, cognitivo e comportamentale, con ricadute sia nel breve, che nel lungo periodo. Inoltre, più i piccoli sono esposti in tenera età, maggiori e più intensi saranno gli effetti negativi che subiranno. In particolare, si potranno riscontrare gravi conseguenze che vanno da deficit nella crescita e ritardi nello sviluppo psicomotorio, fino a effetti negativi sull’autostima, sulla capacità di empatia e sulle competenze intellettive, passando per l’acuirsi di emozioni particolarmente negative quali la paura costante, il senso di colpa, la tristezza e la rabbia. La violenza domestica, inoltre, può mettere a rischio il rapporto tra una madre che la subisce e il figlio che vi assiste. Una mamma turbata e traumatizzata dalla violenza, infatti, ha più probabilità di mettere in atto comportamenti contraddittori verso il proprio figlio, comportamenti che denotano paura e che a loro volta spaventano i bambini.
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