Tre minori migranti su 10 sono a rischio sfruttamento e discriminazione. Sono i dati pubblicati da Unicef e dal Garante per l’Infanzia in occasione della Giornata mondiale dell’Infanzia che si celebra oggi. Una diversità di trattamento dovuta in gran parte al colore della pelle e che nel 35% dei casi i ragazzi subiscono o a scuola o in comunità.
Numeri che emergono dai sondaggi condotti su oltre 1.000 minori migranti tramite U-Report on the Move, piattaforma digitale che consente ai ragazzi rifugiati di esprimere la propria opinione in forma anonima sui temi per loro più rilevanti. La piattaforma, che in Italia conta 1.078 iscritti, è sperimentata da Unicef in 40 paesi con 6 milioni di iscritti. Dei 1078 iscritti il 93% sono ragazzi e il 7% ragazze ele regioni in cui si registra il maggior numero di iscritti sono Sicilia e Calabria, ma il progetto è attivo anche nel Lazio, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Abruzzo, Molise e Campania.
Qui è emerso che solo un ragazzo su due si sente accettato dai membri della comunità in cui vive. Uno su tre è stato vittima di discriminazione e, tra questi, il 71% a causa del colore della pelle, il 14% della nazionalità, il 7% per la propria religione (il 7%) e il 2% per l’orientamento sessuale. Per quanto riguarda il luogo in cui si è subito un atto di discriminazione, il 35% dei minori intervistati ha risposto a scuola, un altro 35% in comunità, il 30% per strada o in altri luoghi di ritrovo. In seguito agli episodi discriminatori, i ragazzi si sono rivolto nella maggior parte dei casi agli operatori del centro che li ospita (29%), al proprio tutore (10%) o ai professori a scuola (10%). Inoltre, un ragazzo su tre ha risposto di essere stato spinto a fare qualcosa che non voleva e il 15% di chi ha lavorato dichiara di aver svolto mansioni pericolose per la sicurezza o la salute e ben il 40% dei giovani migranti e rifugiati non è a conoscenza del diritto alla protezione contro la discriminazione.
0 commenti