Licenziamenti e possibili chiusure. I servizi Cup e quelli di supporto amministrativi esternalizzati dalle Asl alle cooperative di inserimento lavorativo di persone disabili sono a rischio. Una situazione drammatica che può portare a un grave ridimensionamento e anche più.
Eravamo in piena estate quando la Commissione di gara regionale per l’aggiudicazione dei servizi Cup per i servizi di accettazione, incasso ticket e prenotazione, comunicava le graduatorie dei punteggi che avevano visto prevalere altre società. Grandi sconfitti della competizione la Cooperativa sociale Capodarco, la Nta srl, il Solco, che risultano gli attuali gestori di questi servizi. Stiamo parlando di servizi dove sono impegnati oltre 1500 addetti di cui 500 disabili, che per effetto della gara già in partenza vedranno ridotto il proprio organico tra il 20 e il 30 per cento e che, non essendo previsto nessun obbligo di rioccupazione da parte delle nuove ditte subentranti, correranno il rischio di perdere il lavoro o vedere decurtata la propria retribuzione e qualifica. Per i lavoratori questa gara è una vera e propria macelleria sociale iniziata nel 2015 dopo l’annullamento della gara che nel 2014 aveva visto il tentativo di Buzzi &co, condannati per turbativa d’asta, di infiltrarsi per potersi assicurare una fetta della stessa. La nuova gara però, sulla scia dell’indignazione generale per le note vicende, faceva strage di tutte le clausole sociali poste a tutela del lavoro e soprattutto era piegata già dall’inizio a favorire le ditte subentranti rispetto a chi gestiva il servizio.
A scapito dell’esperienza e della competenza nella gestione, come previsto i punteggi hanno visto prevalere nuove società che dovranno ora prendere in gestione questi servizi e potranno farlo senza tener conto di clausole sociali di riassorbimento dei lavoratori. A ciò si aggiungono anche altre gare che sono state bandite dalle Asl di Latina, Roma 2, Roma H e Rieti tutte orientate a privilegiare i ribassi economici che rendono ancora più difficile la situazione dei lavoratori impegnati in questi anni nei servizi amministrativi e di Cup. Una situazione insostenibile per i lavoratori, che – con le altre organizzazioni sindacali – hanno indetto un presidio sotto la Regione Lazio per chiedere tutele nel reimpiego dei lavoratori e finanche l’annullamento delle procedure non adeguate alla nuova normativa sugli appalti pubblici. Resta il fatto che le società che hanno gestito questi servizi si troveranno ben presto a sparire dovendo subire la principale fonte delle proprie attività. Tra questi la cooperativa sociale Capodarco di Roma che a causa della nota inchiesta denominata Mafia Capitale era stata commissariata, e adesso corre il rischio di doversi ridurre di oltre la metà il proprio organico e chiudere definitivamente i battenti. Uscita dal periodo di commissariamento, la cooperativa Capodarco è chiamata a eleggere un nuovo consiglio di amministrazione.
Il nuovo gruppo dirigente si troverà ad affrontare problemi enormi, tra cui il forte ridimensionamento dell’organico, la perdita di appalti come quello dell’Asl Rm1, la drastica riduzione dei corrispettivi per gli appalti rimasti a causa della politica di prezzi praticati spinti sempre più al ribasso dal tipo di gare impostate dalle Amministrazioni committenti, la chiusura anticipata degli ammortizzatori sociali voluta dagli amministratori giudiziari. Occorre quindi un nuovo progetto di sviluppo di impresa e un riposizionamento sul mercato e un grande rilancio dell’immagine, appannata dalle inchieste che pur non portando a condanne ha sinora creato un grave danno alla cooperativa.
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